
Chiacchierando sedute sul pavimento mentre fuori pioveva, scopro che lei è una narratrice. Ma in realtà l’ho sempre saputo. Aveva i jeans e la maglietta bianca, era appena truccata ma le labbra sembravano una fragola che aspettava di essere mangiata. Si era tolta i tacchi ed adesso era seduta scalza raccontando passionalmente di come era la sua vita prima e come era/è dopo. Perché lei ha vissuto due vite, e forse sta per iniziare una terza. Parla tanto e sorride sempre, e quando non parla sorseggia il vino che è la sua passione: “Scoperta da quando mi sono trasferita in Italia”
E mi piace quel suo modo di parlare, di mettere le doppie dove non servono, mancare gli articoli; e io la correggo volentieri, mi fa quasi tenerezza, e lei non si offende.
“La vuoi vedere la valigia?!” – mi chiede e già si alza senza aspettare la mia risposta.
La valigia è quella con la quale è venuta in Italia. La custodisce come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
“Sai quanto pesava quando sono sbarcata a Malpensa?!” – grida dalla stanza.
“E cosa ti hanno detto al check in?” – chiedo.
“Niente. Gli ho detto che dentro c’è tutta una vita” – risponde e tira fuori dalla valigia una foto in bianco e nero.
“Questa sono io 11 anni fa, appena arrivata. Ho ancora quel capotto bianco”.
Guardiamo insieme la foto e poi io alzo lo sguardo e la osservo. Sembra nostalgica.
“Tutto bene?”
Sospira ma inevitabilmente sorride, si alza e esce sul terrazzo… La seguo e lei mi appoggia la testa sulla spalla. Ho sempre ammirato questa sua naturalezza nell’esprimere i sentimenti. E’ una che ti bacia e ti abbraccia in continuazione.
“Ti voglio bene sai?” – mi dice guardando la piazza illuminata.
“Anch’io ti voglio bene straniera”
Michela
Mi sembra tutto un po retorico…..Un po il clichè dello straniero/a arrivato a Milano o altrove…..Magari sbaglio ma mi sembra tutto già letto 100000 volte….
Ciao
Bruno, tutto è già scritto e letto. Nella letteratura, nella musica, nei film. Tutto è simile a tutto e tutto è così diverso perché personale e quindi autentico ed unico. Ogni storia per quanto possa assomigliare ad un altra, è sempre singolare anche se ti sembra già letta 100000 volte. A te sta scegliere se leggere anche questa e magari scoprire qualcosa di nuovo oppure no. Ciao!
Su questo racconto mi sono propro commosso…tra i generi di sentimenti che si possono esprimere , quella tra amici la trovo più intensa e completa…forse perchè non nasce istintiva ma ha bisogno di una storia…ciao
Hai proprio ragione Mino. Dicono che non puoi scegliere la famiglia ma gli amici si. Ed è un rapporto reciproco, insomma ci si sceglie a vicenda. Io, Michela, Stè, D. e gli altri di cui leggerai qua ci siamo scelti nelle occasioni diverse, ci siamo trovati, lasciati, ritrovati… La città sono le persone e per me Milano sono le porte dietro quale vivono gli amici, quelle alle quali posso suonare quando voglio, le vie che attraverso con le persone che amo ma anche con quelle che non conosco ma sento “mie” solo perché facciamo parte della stessa città, delle sue regole, dei suoi difetti e i suoi pregi. Sono le luci calde dietro le finestre che mi danno la sensazione di appartenenza… insomma le cose che ultimamente mi fanno sorridere mentre passeggio per le vie di Milano.